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Ma dillo solo a ME!


img 1066di Carla Rotini

Ma dillo solo a ME!

articolo pubblicato sulla rivista "Vanity Maine"

Noi e i nostri gatti: chi non ha mai desiderato di sapere cosa passa nelle loro teste, quale pensiero si nasconde dietro ai loro sguardi, cosa ne pensano di quello che facciamo per loro. Io si, ci ho pensato mille volte almeno.

Oh, che meraviglia sarebbe se potessimo farci raccontare il loro punto di vista, l’opinione sul mondo che gli abbiamo costruito intorno… su di noi!!! Oddio…

Certo sarebbe meraviglioso a condizione che funzionasse solo tra noi e i NOSTRI gatti, mica che adesso tutti possono parlare con tutti che poi se lo raccontano in giro come ci riduciamo davanti ai loro giochi, ai loro rifiuti, come gli parliamo… Oddio!!!

Invece pare proprio che sia tutto reale e possibile: si può entrare in contatto con la loro mente e sapere come la pensano… e pare proprio che sia alla portata di tutti.

A quelli di voi che stanno impazzendo di curiosità perché intravedono la possibilità di realizzare un sogno e anche a quelli che tremano al pensiero che il loro gatto possa rivelare le nostre debolezze al cospetto di cotanti felini, presento Valeria Boissier.

Si occupa di animali da sempre e soprattutto di cani e cavalli, ma i suoi studi e la sua esperienza l’hanno già messa in contatto coi nostri amici gatti, e pare che si sia anche divertita.

Nel mondo cinofilo lavora come Practitioner di TTouch e utilizza l’Animal Comunication per  fornire un supporto completo nell’addestramento e nella cura degli animali da compagnia.

Come volontaria collabora con chi gestisce canili per agevolare il recupero di animali traumatizzati.

In una parola l’Animal Comunication è?

VB: la Telepatia.

Come hai cominciato?

VB: Ho saputo che a Ginevra (città di origine n.d.r.) c’era una persona che sapeva comunicare con gli animali e per me è stata una rivelazione. L’ho incontrata e le ho chiesto di fare delle conversazioni con i miei cani. Mi ha detto cose e particolari che proprio non poteva sapere, l’unica spiegazione possibile era che le avesse sapute da loro. Lì è nata la voglia di studiare e formarmi in questa materia, ho studiato in America con Carol Gurney e fatto tanta pratica.

Quali sono le difficoltà per chi comincia?

VB: Liberarsi la testa, sgombrare da altri pensieri. Poi credere in quello che ricevi, che non venga da te da quello che già sai. Per questo all’inizio il consiglio è sempre di cominciare con animali che non si conoscono, per non avere dei dubbi.

Stai usando termini come “prendere” e “ricevere” come dire che i messaggi arrivano alla nostra ricettività. In quale modo arrivano?

VB: possono arrivare in diversi modi: tantissimo come immagini, possono arrivare sottoforma di suoni, parole, pensieri, emozioni, energie. Anche insieme: parole e immagini. Dipende poi da chi riceve: al pittore arriveranno di più le immagini perché il suo cervello sarà meglio strutturato per quello, mentre allo scrittore arriveranno più facilmente come parole perché ha una maggiore sensibilità con quelle. Poi con il tempo e la pratica, ci vuole tanta pratica come per imparare una lingua, molto gradualmente si comincerà a capire un concetto, mettere insieme più cose, si possono cominciare a cogliere più aspetti.

L’animale con cui si entra in contatto telepatico che tipo di percezione ha di questa “conversazione”?

VB: qualcuno lo percepisce proprio a livello conscio, ma principalmente credo a livello subconscio. Quello che la scienza dice è che tutto quello che vivi è registrato nelle tue cellule, e quando vai a parlare con un’animale vai a pescare le informazioni nelle loro cellule e quindi è più facile che sia a livello inconscio.

Con i Cavalli succede qualcosa in più: per esempio se vado in un maneggio mi rendo conto che il cavallo con cui entri in contatto ti si avvicina proprio con la testa e capisci che sta avendo la percezione che stia succedendo qualcosa, ma questo è raro.

Ma con quale parte dell’animale si entra in contatto?

VB: per me è quella che noi chiamiamo anima. Dipende dal percorso spirituale che uno ha fatto ma si può riuscire a parlare con un animale che ci ha lasciato, anche se affrontare temi di questo genere come anche di reincarnazione è difficile. Però io credo che noi peschiamo informazioni dall’anima.

E la capacità di comunicare con la sua anima ci può essere di aiuto in quali occasioni?

VB: Puoi molto aiutare anche a livello fisico, senza mai prendere il posto del veterinario,ma quello che puoi fare è anche andare dentro al suo corpo (chiedendo all’animale se è d’accordo) e sentire le sue sensazioni di dolore, bruciore, prurito per esempio, e puoi aiutare a scoprire cos’ha. Una volta mi hanno incaricato di vedere cosa poteva avere un cane che a detta della proprietaria era cambiato nei loro confronti e pensavano che fosse arrabbiato con loro. Io sono entrata e ho avuto dei mal di testa allucinanti che mi veniva anche il voltastomaco, facevo fatica a respirare, sentivo che non erano sensazioni mie ma dell’animale quindi ho potuto dire che non era un disturbo del comportamento ma un problema fisico, ed ovviamente con mal di testa così forti poi il comportamento ne risente.

E’ stato un aiuto per guidare il veterinario nella giusta direzione. Di aiuti di questo genere ne puoi dare tanti con questa tecnica. Oppure puoi aiutare l’animale nel momento difficile del trapasso, e il proprietario lo puoi aiutare a capire quando è ora di lasciarlo andare.

Dicevamo che chi inizia deve “liberarsi da se stesso” per meglio percepire l’altro, ma esistono persone più portate e altre meno portate? oppure qualcuno è agevolato per qualche motivo?

VB: Intanto si parte col dire chi è più scientifico e chi è meno scientifico. Dalle credenze che uno ha. Per me è stato più facile perché io ho fatto un percorso di chinesiologia e quindi ero allenata nell’ascolto del corpo e della risposta del corpo, quindi quando ho affrontato questa tecnica è stato più facile perché avevo già una base. Chi fa meditazione è anche agevolato perché ha già l’elasticità mentale, e l’esercizio mentale già in moto. Infine dipende dalle barriere che ti metti perché ho visto persone che si aspettavano tantissimo da se stesse che la prima volta che hanno provato non hanno ottenuto nessun risultato; poi ci hanno riprovato dopo un po’ senza più pretese e hanno ottenuto risultati incredibili.

Quindi è anche l’essere pronti a raccogliere la tipologia giusta di informazioni, senza il sovraccarico delle nostre credenze? 

VB: avevo già una base. Chi fa meditazione è anche agevolato perché ha già l’elasticità mentale, e l’esercizio mentale già in moto. Infine dipende dalle barriere che ti metti perché ho visto persone che si aspettavano tantissimo da se stesse che la prima volta che hanno provato non hanno ottenuto nessun risultato; poi ci hanno riprovato dopo un po’ senza più pretese e hanno ottenuto risultati incredibili.

È anche l’essere pronti a raccogliere la tipologia giusta di informazioni, senza il sovraccarico delle nostre credenze?

VB: tutti i libri che ho letto e tutti gli animal comunicator che conosco sono tutti d’accordo nel dire che è alla portata di tutti. Dipende anche da quanto interesse hai, perché molti fanno i corsi poi non fanno più pratica, o da quanta passione hai perché è una cosa che bisogna sentirsi anche dentro.

Quante volte ti senti sotto esame? perché lo scetticismo su questo argomento credo sia forte.

VB: Si mi fanno tante domande. Io parto sempre dal principio che quando lo faccio do il mio meglio, l’intenzione è sempre quella di fare una conversazione utile sia per l’animale che per la persona. Per me ho avuto tanti riscontri, tanti risultati, tante riprove nell’arco degli anni, sia miei che dai miei studenti, che alla fine conta tantissimo questo, possono mettermi sotto esame che non mi tiro indietro.

Chi vuol cominciare quanto è avvantaggiato dal conoscere quella razza, quel tipo di animale. E’ un vantaggio o uno svantaggio partire con una buona conoscenza?

VB: sull’animale che conosci saper interpretare il suo linguaggio è un vantaggio, perché tu conosci il tuo gatto e sai che a seconda di come si muove vuol dire una cosa o vuol dirne un’altra: quando mi arrivano le immagini saprò che scodinzola che non vuol dire per forza che è contento, se lo conosco interpreto meglio l’intenzione. Chi non conosce te e il tuo gatto ti dice che scodinzola e basta ma non sa dire se l’impressione di contentezza ce l’ha messa lui o no. Per questo ai miei studenti consiglio sempre di ripulirsi prima facendo tante conversazioni con animali che non conoscono, razze che non si conoscono, per riuscire a farsi un’idea di quello che riescono a prendere. Dopo potrete prendere degli animali di cui conoscete la famiglia, i componenti, le dimensioni e gli spazi dove vivono, allora sarà diverso.

Una frase che mi ha molto colpito navigando nei tuoi siti, è che gli animali hanno un gran senso dell’umorismo, in che senso?

VB: Si fanno morire dal ridere! Alcuni sono dei chiacchieroni e mi spiegano quanto si divertono a fare gli agguati agli ospiti in casa! Hanno il senso dell’ironia e a tutti piace scherzare.

Hai la percezione che comprendano il linguaggio umano?

VB: Si. Faccio sempre questo esempio di quando ero in California e ci portarono in un maneggio a fare esercizio. Io parlo inglese ma non capisco lo slang, e un cavallo mi diceva “mi chiamano Hanck” e io non capivo quindi mi sono rivolta alla ragazza che si prendeva cura di lui e mi ha confermato che lei lo chiamava così per dire che era un gran figo! Io non conoscevo quella parola poteva solo venire dal cavallo. Ricordati che dietro una parola c’è sempre un’immagine, quando tu pensi a una persona dietro c’è un’immagine non una parola scritta, quindi devi sempre pensare che le parole vanno insieme con le immagini. Alcuni di loro hanno un vocabolario incredibile, anche con vere sfumature di significato.

Il loro nome lo percepiscono come una identità?

VB: Sì il nome è molto importante. Gli deve piacere.

Quello che succede di solito è che un gatto entra in casa con un nome poi in famiglia gli viene dato un soprannome e altri vezzeggiativi. Cosa gli resta?

VB: Li conoscono tutti, tutti i propri e tutti quelli degli altri animali di casa. Li possono associare alla situazione addirittura.

Per specializzarsi sui gatti bisogna solo fare tanta pratica?

VB: in Italia non ci sono corsi di formazione. Io organizzo corsi introduttivi e il prossimo anno voglio riuscire a portare qui una vera formatrice dall’America. Bisogna arrivare alla formazione con tanti casi di tante conversazioni fatte non solo con un tipo di animali ma con tanti di razze diverse. Io mi occupo dei corsi che preparano tappa dopo tappa ad accedere alla formazione vera e propria.

Come potete ben immaginare l’intervista è durata tantissimo, le cose che avevo da chiederle erano troppe per contenermi e considerare che non l’avrei mai potuta pubblicare per intero. Quindi facciamo così:

Chi vuol saperne di più e non trova le informazioni che cerca sui siti indicati, può scrivermi e posso impegnarmi a trovare la risposta, o la bibliografia per altri approfondimenti. Oppure si mette in lista per partecipare al corso che voglio organizzare solo per proprietari di Maine Coon con Valeria… Perché io non vedo l’ora!!!