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I tocchi che insegnano

Anne Bigi Schuster

Di Carla Rotini

Esperienza + Osservazione = si codifica un Metodo: il Tellington Touch

(Questa intervista è stata pubblicata su Anfi Magazine)

intervista a Anne Bigi-Schuster 

"The Touch that teaches"? I tocchi che insegnano? … e non solo.

Intervisto Anne Bigi-Shuster dopo che ho provato in tutti i modi a togliermi le curiosità innescate da tanti racconti e testimonianze e suggerimenti pervenuti da animalisti vari: alla fine non contenta, ho proprio voluto approfondire il tema con la maggiore esperta di Tellington Touch per gli animali da compagnia operante in Italia.

La codifica di questo metodo lo dobbiamo alla canadese Linda Tellington Jones. Quando si dice una vita dedicata agli animali: comincia addestrando cavalli, si specializza sui metodi di addestramento e di educazione, arrivando a diventare esperta anche di problemi comportamentali, di fisioterapia e benessere.

 

Negli anni ’80 sviluppa e comincia ad insegnare il metodo Tellington Touch, dapprima solo per cavalli e in seguito per tutti gli altri animali. Da allora ha scritto 16 libri che sono stati tradotti in 12 lingue, si sono diplomati più di mille Practitioner che insegnano e praticano il metodo in 27 paesi.

Uno di questi è Anne Bigi-Shuster, nata in Germania ma italiana di adozione, anche lei cresciuta in mezzo ai cavalli ma con la voglia di occuparsi anche di cani. I metodi di educazione e addestramento tradizionali non la convincono più e trova le risposte a questa necessità personale e professionale nel TTouch.

Ci vuoi dire brevemente cos’è il TTouch applicato ai gatti?

ABS: In breve si può dire che consiste nel cercare in qualsiasi essere che abbia un sistema nervoso, un qualsiasi tipo di tensione nel corpo, dolore o se ci sono zone di particolare sensibilità. Una volta trovate si lavora con il TTouch per sciogliere le tensioni e alleviare dolori, in questo modo migliorando il benessere generale dell’animale, perché un animale che si sente bene nel suo corpo è anche mentalmente ed emozionalmente più in equilibrio. Questo è il nostro scopo: l’equilibrio fisico, mentale ed emozionale dell’animale.

Chi chiede più frequentemente la sua consulenza?

ABS: principalmente proprietari di cani, forse perché è ho maggiori possibilità di insegnare il metodo proprio a loro,  e di solito vengono da me con problemi comportamentali. Mi piacerebbe lavorare molto di più con i gatti, ma la maggior parte dei proprietari non è abituata a viaggiare o far uscire il gatto e non sanno bene come portarlo da me o venire a un mio corso. Poi c’è il fatto che venire con un gatto a un corso di cani… è sconsigliato.

Ai Suoi corsi si viene sempre con uno dei propri animali?

ABS: No, infatti ai corsi coi cani spesso vengono proprietari di gatti e non si portano né gatto né cane o altro, vengono per imparare il più possibile e poi fare a casa quello che hanno imparato.

Quindi sarebbe pensabile un corso con, per esempio, dieci allievi proprietari di gatti e magari solo uno o due soggetti??

ABS: assolutamente si! il problema potrebbe essere che non tutti avrebbero modo di fare pratica sui gatti in aula, ma si possono usare peluche o meglio ancora si può fare pratica su di noi, umani. Anzi fare pratica fra gli allievi del corso ci mette in condizione di percepire anche la parte del ricevente. Io lo faccio fare in tutti i miei corsi a tutti i partecipanti e li faccio riflettere su quello che sentono: è piacevole? a che cosa devo stare attento? Oppure il partner può dare un feed-back: hai esercitato troppa pressione, hai fatto un movimento non tutto tondo e così via. Io lo faccio sempre prima di passare sugli animali.

Sono contenta di sapere che è possibile fare corsi per soli gatti, mi ha tolto il pensiero più grosso. Ora però approfondiamo il discorso e vediamo cosa si può ottenere con il TTouch sui nostri compagni.

ABS: come con altre discipline abbiamo la consapevolezza che si possono curare tutti i tipi di disagio ma non tutti i soggetti: possiamo aiutare gatti sia con problemi fisici che comportamentali, possiamo aumentare il benessere generale del gatto e migliorare il rapporto con l’uomo, il nostro rapporto con loro, perché gli facciamo qualcosa che li fa stare bene. Nella pratica qualsiasi problema può trovare aiuto nel TTouch, anche qualsiasi malattia: ci teniamo a precisare che è un aiuto, può affiancare terapie di altro genere ma senza sostituire il veterinario, questo è sempre da tenere presente. A volte l’aiuto che riusciamo a dare è tale che il problema sembra risolto e il proprietario dell’animale può essere tentato di rinunciare all’idea di portarlo dal dottore, ma noi non incoraggiamo mai questi atteggiamenti.

In quali casi si hanno benefici più evidenti?

ABS: Non c’è una regola, ma le faccio qualche esempio. C’è stata una gatta che aveva evidenti problemi a partorire, abbiamo chiamato il veterinario ma non riusciva ad arrivare in fretta. La proprietaria stava andando in ansia e si è attaccata al telefono. Io ho provato a fare qualcosa che ci aiutasse a guadagnare tempo, poteva esserci bisogno di un cesareo, questo non lo potevamo sapere, ma fino a quel momento dovevamo aiutare la gatta con i suoi problemi di contrazioni. Ho lavorato sulle orecchie, sulla sua respirazione, sulle contrazioni appunto facendo dei sollevamenti della pancia con movimenti molto dolci e misurati, e quando la signora è tornata dopo aver chiamato invano tutti i veterinari della zona, il primo gattino stava già nascendo, ed è stato un momento bellissimo. Quella volta ero molto preoccupata anche io.

Quali altri obiettivi si possono perseguire con il metodo TTouch applicato ai gatti?

ABS: Ultimamente ho trattato una gatta terrorizzata, non sappiamo perché lo fosse. In questa casa convivono due gatti, la gattina che ho trattato e il fratello; da un giorno all’altro i proprietari tornando a casa l’hanno trovata trasformata: non più la dolce e affettuosa micetta ma una creatura inavvicinabile, rintanata sotto a un mobile, che saltava a qualsiasi rumore. Non siamo riusciti a capire il motivo di tanto terrore e mentirei se dicessi che ora è tornata quella di prima, però ora è una gatta che i proprietari possono di nuovo avvicinare, curare, spazzolare e averla sul loro divano mentre guardano la TV. Più in generale si ottengono risultati anche in situazioni per niente drammatiche: ci sono molti gatti che non amano farsi toccare e con questo metodo possiamo dimostrargli che invece è piacevole, che il contatto con le mani dell’uomo può non essere preso come una cosa invasiva, certo ci vuole pazienza.

Quali motivi possono spingere il proprietario di gatto di “casa” oppure l’allevatore amatoriale o professionale ad avvicinarsi al TTouch?

ABS: Per me personalmente è un modo per aiutare me stessa e i miei animali in tutte le situazioni che posso incontrare.

Innanzi tutto serve a migliorare lo stato generale dell’animale e sappiamo che meglio si sente, migliore è il suo stato fisico, migliore saranno il suo umore e le sue prestazioni.

Sia che si pensi alla salute del gatto nel suo complesso che al suo comportamento in esposizione, è sempre bene mettere il gatto in condizione di cavarsela bene con lo stress. Anche il solo fatto di abituarli ad essere manipolati agevola la loro cura in molte direzioni: mi riferisco a quei gatti che non si fanno visitare dal veterinario o quelli che non si fanno spazzolare. Il fatto di abituarli a pensare che essere toccati non è una “cattura” ma può essere una cosa piacevole, può cambiare completamente il rapporto coi proprietari, facilitare la cura e eventuali terapie.

Navigando su Internet alla ricerca di informazioni sul TTouch e i felini, ho visto anche il suo sito e ho trovato divertentissimi i nomi che avete dato ai tocchi: il Leopardo Nebuoloso o i Pitoni Arrotolati. Ci racconta un po’ come nascono questi nomi?

ABS: i tocchi una volta si chiamavano Tocco n°1, Tocco n°2 e avanti così con un sistema un po’ freddo e difficile da ricordare. Linda una volta faceva questo movimento su un Leopardo Nebuloso (nome vero della specie) e vedeva che le dita andavano a sposarsi con le macchie di questo animale, era come se avesse bagnato le dita nell’inchiostro e avesse fatto lei le macchie. Così quel tocco ha preso quel nome e a lei piaceva pensare che la parola “nebuloso” ispirasse la leggerezza delle dita. Il Pitone Arrotolato si chiama così perché una parte di questo tocco è stata inventata per un Pitone con problemi respiratori. Poi c’è la Tigre perché le dita devono assumere la posizione di un’impronta come di zampa di Tigre, poi lo Scimpanzè perché metti le dita come le mette lo scimpanzé quando si appoggia per camminare, sulle nocche. A Linda piaceva che avessero nomi di animali e si è visto in seguito che questa cosa stimola il nostro cervello perché le parole portano con se una immagine e il loro insieme stimola il cervello.

Quanti tocchi sono stati codificati in tutto?

ABS: sono più di 30 tra circolari e non circolari.

E sono divisi anche per Zona su cui possono essere utilizzati?

ABS: generalmente tutti i tocchi possono essere applicati su tutto il corpo, ce ne sono alcuni che non si prestano tanto quanto altri e ci sono movimenti speciali per alcune parti tipo Bocca, Coda, Gambe e Orecchie: il lavoro che si fa su queste parti contiene anche alcuni tocchi. Tranne questi casi tutti gli altri tocchi si fanno su tutto il corpo e su tutti gli animali, sempre se c’è abbastanza superficie!

Immagino che sul cavallo uno abbia molto su cui sbizzarrirsi mentre il cucciolo di Devon Rex è più complicato da trattare?!

ABS: quello che posso fare su un cavallo posso farlo anche su un cucciolo di gatto. Il difficile è quando devo trattare un cucciolo di topo appena nato. Ho visto un filmato di un centro TTouch inglese su Internet e loro hanno una Chiocciola Africana grandissima, e facevano TTouch anche sulla chiocciola.

Mettiamo il caso di un proprietario di gatti che non abbia in programma di diventare Practitioner ma semplicemente imparare quel che gli può servire in casa con il suo gatto, di cosa ha bisogno per cominciare?

ABS: deve fare un corso, non quelli che servono per diventare Practitioner, ma quelli che si tengono come “introduttivi”. Ci sono corsi da un giorno, fino a tre giorni, lezioni private e dipende dall’insegnante che trova, può andare avanti fino a che non si sente di aver appreso quel che serve. Personalmente faccio fino a tre corsi di livelli successivi, anche fino a tre giorni ognuno, e corsi specialistici su argomenti particolari: per esempio per i cani possono essere corsi per soggetti che tirano, per quelli aggressivi, ovvero timidi, anziani o malati. Avrei in programma anche un corso per gatti su problemi specifici che però sono riuscita a fare solo una volta all’estero.

Con tre corsi/moduli e al massimo uno specialistico, uno qualsiasi di noi riesce già ad avere una manualità e una padronanza per occuparsi intanto del proprio/i gatti?

ABS: Certamente si.

E per esempio cosa riesce a ottenere?

ABS: Facciamo come al solito un esempio limite per facilitare la spiegazione: la displasia dell’anca crea una serie di problemi, ovviamente lo stato di salute non è perfetto, in più si creano tensioni muscolari compensatorie, perché il corpo adotta dei comportamenti che aiutano al momento, evitano il dolore, ma poi generano a loro volta un problema. Quello che possiamo fare è togliere la tensione muscolare di troppo, quella non utile, e insegnare al corpo a trovare la soluzione ideale per compensare senza creare danni. Tenga presente che soprattutto in questi casi, non esiste un interruttore: non posso dire che facendo 5 volte questo e 10 quello ottengo qualcosa e ho aiutato. In compenso però questi tocchi sono tutti molto semplici da imparare e quindi posso farli a casa tutte le volte che posso, potrei provarli tutti e verificare cosa fa bene al mio gatto. È un metodo che non usa pressione, non usa forza ma lavora solo in superficie, non ho la paura di fare danni, male che va non ottengo l’effetto desiderato, non ho risultati, neanche peggioro la situazione però. Questo fatto mi tranquillizza molto e tranquillizza anche chi a casa deve ripetere quello che insegno.

Si può dire che esistono persone più portate e meno portate?

ABS: si può dire. Magari uno che fa il fisioterapista nella vita ha più padronanza delle proprie dita, però può anche essere uno che usa troppa forza essendo abituato a lavorare sulle fasce muscolari profonde, cosa che noi non facciamo.

Magari qualcuno con le dita troppo rigide può avere difficoltà coi movimenti circolari però può anche riuscire a fare benissimo quelli non circolari. Ci possono essere vantaggi e svantaggi, la cosa bella è che bisogna trovare i tocchi giusti per l’individuo gatto quindi alla fine hanno tutti la stessa possibilità.

Pensando di costruire un corso introduttivo del TTouch per allevatori amatoriali o professionali di gatti, cosa bisogna procurare? Da che cosa si comincia?

ABS: con i gatti ci vuole una stanza che si possa chiudere con almeno due porte, vale a dire che non affacci direttamente all’esterno ma su un’altra stanza, perché i gatti presenti non devono poter scappare. La temperatura deve essere regolabile perché i gatti si sentono meglio al calduccio e anche perché noi siamo molto rigidi fisicamente quando c’è freddo e per fare dei movimenti rilassanti e piacevoli è bene non essere intirizziti, poi ci si deve stare 8 ore ed è veramente essenziale che la temperatura sia mite.

Si comincia con 8 ore?

ABS: si può cominciare anche con mezza giornata ma di solito non si fa perché costerebbe troppo. In realtà non è importante: può essere strutturato da subito come un corso da tre moduli oppure si può fare un corso base, introduzione pura, si imparano i primi tocchi e si fa molta pratica per vedere poi come andare avanti.

Le prime cose che si insegnano quali sono?

ABS: di solito ci sono almeno 5 tocchi circolari, 3 o 4 non circolari. Coi cani si fa anche qualcosa che con i gatti abitualmente non si fa, cioè il lavoro a terra perché solitamente i gatti non sono abituati ad essere guidati. Con i gatti si affrontano problematiche a richiesta specifiche per quel gruppo, la più tipica è quella di gatti che non amano farsi spazzolare, farsi toccare, invece con i gatti col muso schiacciato si può lavorare di più sulla respirazione. Poi gli allevatori chiedono di vedere cosa si può fare se si hanno problemi di monta o problemi di gravidanza o di parto. Nei casi in cui sia la gatta a non farsi montare per esempio si insegna a preparare sia lo stallone che la fattrice perché affrontino nel miglior modo la monta: lavorando sulla schiena, sulla coda. A volte funziona molto bene, altre volte… nemici come prima!

Secondo lei cosa generalmente, chi ha gatti in casa, dovrebbe fare ma non fa o non fa a sufficienza?

ABS: può succedere che il proprietario (più spesso non allevatore e non espositore) non si occupi se non sporadicamente o poco volentieri della cura del pelo; lo trascurano ed è un peccato perché è anche un modo per interagire, per passare 5 minuti insieme, per abituare il gatto ad essere manipolato (in seguito) dal dottore o da un giudice, mentre do quasi per scontato che chi va in mostra di solito cura molto il pelo.

Ma c’è questo pregiudizio per cui siccome in natura i gatti non fanno il bagno allora costringerli a lavarsi è sbagliato, lo ha trovato anche lei?

ABS: io ho lavorato con un gatto persiano che aveva il pelo talmente infeltrito che non si poteva più muovere liberamente e questo per me è uno scandalo, molto vicino al  maltrattamento. Chi non è disposto a spazzolare il proprio gatto non dovrebbe prendere un pelo lungo. È vero che i gatti si accudiscono molto da soli, però possiamo farlo insieme perché migliora il rapporto, e poi se si vede che non basta quello che il gatto fa da solo dobbiamo intervenire noi. Questo persiano aveva dei nodi sotto l’ascella che non riusciva più a stendere la zampa: tanto valeva mettergli le manette!

Altro argomento è l’alimentazione: molti proprietari hanno l’idea che quello che va bene ad uno va bene anche all’altro, mentre il gatto è un individuo. Non sono un’esperta di alimentazione ma so che quello che va bene per uno non è detto che sia la miglior cosa per tutti. Sempre drammatizzando per amor di chiarezza, se un gatto ha un problema ai reni o è predisposto a quel problema perché è già in età,  si comprano lo stesso i croccantini al supermercato perché costano meno, autoconvincendosi che quelli vanno benissimo per tutti? Non è accettabile, però si vede e si sente anche questo.

Io sento molto parlare di stress da bambino, si cura anche questo con il TTouch?

ABS: in questo caso non si cura l’animale perché sopporti meglio il bambino, ma si insegna al bambino a non molestare il gatto offrendogli un modo alternativo di avvicinarsi e di toccarlo. Con i bambini non funziona dire “non tirare la coda al gatto”  o “non tirare i baffi al gatto” ma gli si deve offrire un altro modo e fargli apprezzare la differenza. Questa tipologia di stress capita spesso.

Quali sono le principali fonti di stress per i gatti?

ABS: La vita in appartamento. Avere un gatto da “appartamento” non vuol dire che questo non necessiti di “oggetti da gatto” intorno. Il gatto è un animale curioso che si annoia moltissimo se non ha oggetti che lo “attivino mentalmente”, parlo di giochi o accesso alle parti alte della casa, da dove loro possano osservare il mondo dall’alto, cosa che gli piace moltissimo, o guardare fuori dalla finestra da una postazione comoda. A loro piace muoversi quindi devono averne la possibilità senza che ci siano troppe zone proibite, devono potersi trovare a loro agio. E poi invito tutti a interagire molto con loro, giocarci e prendersi cura del loro mantello per esempio.

A volte si pensa di dargli una compagnia ma anche la convivenza con altri gatti può essere uno stress.

ABS: Infatti è molto difficile mettere insieme due gatti, ci vuole fortuna e un po’ di conoscenza e anche essere pronti a dire “ok non funziona, passo indietro”. Però si può cercare di fargli apprezzare la compagnia, convincerli che non si devono amare per forza possono anche solo limitarsi a convivere pacificamente, si possono convincere a sopportarsi però lo trovo giusto solo fino a un certo punto, se proprio non vanno d’accordo dopo tutti i tentativi andati a vuoto, come non lo pretendiamo dagli umani non pretendiamolo anche dai gatti.

Il Tellington è un antistress formidabile, aiuta a dare sollievo in tutti i casi di stress eccessivo (non solo, ma in maniera più evidente) dove questo provoca cambiamenti chimici nel corpo, respirazione accorciata, tensione. Lo stress aumenta la produzione di cortisolo, la difficoltà a ragionare e essere socialmente compatibili. I TTouch allentando lo stress aiuta il gatto a sentirsi più a suo agio nell’ambiente circostante, abitanti compresi, e con il suo proprietario.

Ok ora che abbiamo capito quanti vantaggi avremmo sapendo trattare i nostri AMici con il TTouch ci dice anche quando organizzerà il primo corso in Italia di TTouch per gatti?

ABS: sono in contatto con il Maine Coon Club che è interessato a patrocinare il corso di esordio e presto usciranno le date sul loro sito.

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“Stai in contatto col tuo Gatto”

dal libro di Linda Tellington-Jones

È un luogo comune credere che non si possa influenzare il comportamento di un gatto e che siamo sempre noi alla fine ad essere ammaestrati. Allo stesso modo si pensa che una volta cresciuto e adulto non ci sia più la possibilità di educarlo.

L’esperienza di Linda Tellington-Jones dimostra il contrario: gatti timidi, aggressivi, ansiosi e introversi cambiano completamente dopo aver provato l’esperienza del TTouch.

Non solo: il TTouch migliora la salute e lo stato generale del gatto, promuove il processo di guarigione, sostiene l’animale durante la convalescenza, la malattia, dopo operazioni chirurgiche e li rende più forti nell’età adulta.

Cos’è il Tellington Touch?   Consiste in tocchi, sollevamenti e carezze delicati, circolari e collegati. Possono essere fatti su tutto il corpo, influenzano positivamente il rapporto tra l’uomo e l’animale.

Si è verificato che si riesce a stimolare le funzioni cellulari, risvegliare la naturale e innata “intelligenza” all’interno delle cellule stesse. Con pochi minuti di TTouch ogni giorno si possono modificare tratti di personalità e il comportamento del gatto, contemporaneamente migliorando la propria salute e benessere beneficiando di questa inusuale comunicazione col quattrozampe preferito. Al punto che oggi il TTouch è usato anche sugli umani, cioè si è istituita una terza branca del metodo che viene insegnato e utilizzato solo sulle persone.

The TTouch that Teaches: perché vanno oltre al semplice massaggio, non solo rilassano ma attivano l’”intelligenza”. Gli animali trattai infatti si adattano più facilmente alle situazioni non familiari e a nuovi ambienti come se avessero imparato a “riflettere” e pensare prima di “reagire”. Questo effetto è particolarmente importante per gatti che devono essere inseriti in nuove case, o a persone nuove o altri animali, o quando devono essere portati dal veterinario o ad una esposizione. Il TTouch rende più sicuri in se stessi e quindi meno vulnerabili rispetto a stress di vario tipo.

La cosa bella è che non devono essere usati in un particolare ordine per essere efficaci, si può verificare sul proprio gatto quali sono i suoi preferiti e da lì ampliare il proprio repertorio.

Rilassatezza totale, happy purring, perfetto equilibrio: questo è quanto il TTouch promette di ottenere per il proprio gatto.